INSIDE OUT UTLO 2015

Quello che passa per la testa alla vigilia di un Ultratrail, (almeno nella mia ) è un tornando di pensieri e emozioni indescrivibili, si passa dall’euforia alla paura in modo veloce e continuo per tutti i giorni che lo precedono.

E’ vero che nella vita ci sono tante cose più importanti, che non c’è solo la “corsa”, ma a parte “i problemi di salute” (dove ce ne fossero), tutto il resto dei pensieri quotidiani passa in secondo piano rispetto a quel punto fisso dentro il mio cervello che si chiama, “Ultratrail”.

Ho da poco visto il cartone animato della Disney “Inside out” che spiega (semplificando) come si muovono e funzionano le nostre emozioni, i nostri sensi ; “gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto” all’interno della nostra mente, benissimo io le vedo tutte e cinque con il logo UTLO.

Non so se rendo l’idea.

Ho già corso diverse gare del genere ma ogni volta è sempre come se fosse la prima.

Non ho mai la presunzione di dire “Già l’ho fatta, so a cosa vado incontro”, non sottovaluto mai un avversario cosi grande anche se lo conosco, ho sempre la “paura, l’umiltà” giusta per affrontare un impegno del genere.

Non siamo Eroi, ne miti, questo è sicuro.

Ma non mi piace chi con frasi comuni inizia a dire “gli Eroi sono altri, gli eroi sono quelli di medici senza frontiere (per toccare temi d’attualità) o chi si batte per i diritti degli esseri umani”
Sono pienamente d’accordo su questo, non ci sarebbe neanche bisogno di sottolinearlo

Quando “ci definiscono Eroi, grandi Atleti ..etc etc” è ovvio che una mente intelligente si rende conto che queste definizioni nascono e muoiono all’interno del contesto “Sport, corsa”, si nutrono e vivono all’interno di questo Mondo.
Com’è giusto che sia, alla fine a tutti piace giocare con questi termini, prenderci in giro e divertirci.

Ragazzi la vita è questa, se non ce la godiamo inseguendo le nostre passioni che cosa ci rimane?

Ognuno ha le proprie passioni, ognuno ha il diritto di seguire i propri sogni, l’importante è che tali sogni non vadano a ledere nessuno. Mi sembra che più che sul nostro fisico non possiamo fare male proprio a nessuno.
Per cui riflettete prima di fare uscire aria dalla bocca e righe su internet.

Ho voluto fare questa precisazione riguardo tale argomento perchè sui Social nelle ultime settimane si è molto stigmatizzato e ironizzato su questi concetti.

Per me chi mette a confronto i veri “Eroi” della vita, con noi, (che “Eroi ci piace chiamarci per scherzo, per ridere e per divertirci) è solo un emerito imbecille, un’ignorante che della vita non ha capito niente.

Non ha capito il senso che noi attribuiamo a questi termini, non lo ha capito perchè è uno stupido.

Vorrebbero toglierci il piacere di divertirci, ma non capiscono che l’unica cosa che tolgono è tempo alle loro vite scrivendo stronzate su di Noi

Io le cose ve le devo dire, questo è il mio blog e finchè non offendo nessuno posso dire ciò che mi pare.

Scrivo sempre di getto seguendo le mie emozioni, le mie parole sono vere come “vero” sono Io, nel bene e nel male preferisco essere odiato ma essere “vero”.

Torniamo alla gara che è meglio 😉

Guardo ogni giorno l’altimetria e cerco di rivivere la gara dello scorso anno.
L’UTLO è l’ultra più dura che abbia mai corso

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Ti prepari mesi e mesi, macini km e sofferenza, resisti a ogni tipo di fastidio, combatti contro te stesso e contro tutte quelle volte che non ti va di farlo ma in cui vai comunque a correre, affronti caldo e freddo, non molli neanche quei giorni in cui vai a 8′ al km e le gambe non si staccano da terra, non bevi e non mangi per ore, ma non molli mai perchè in fondo sai che in una gara cosi lunga tutte queste situazioni vuoi o non vuoi, si verificheranno e devi averle già “registrate” nel tuo cervello, sapere che già le hai affrontate e superate, che ce la farai anche questa volta, perchè quando le gambe non ci sono più è la testa che ti fa andare avanti.

In gare come queste muori e rinasci almeno tre o quattro volte, forse è questo che ci piace.

Morire e poi ritornare a vivere

La sofferenza della “morte” , la gioia del “vita” (ovviamente sportivamente parlando)

Mille sono i pensieri che ti passano per la testa ;

“Avrò integrato bene prima della gara?”
“Sono pronto per questa distanza?”
“Mi sono allenato bene o non ho fatto abbastanza?”
“Pioverà e ci sarà freddo o sarà una bella giornata?”
“Quel fastidio al ginocchio si farà sentire?”
“Ho preso abbastanza barrette?”

Potrei continuare all’infinito..

Nelle ultra distanze il vero avversario non è colui che ti supera, il vero avversario sono i km, è il tempo che scorre sul tuo orologio. Devi battere la distanza e farlo nel minor tempo possibile.

Sei tu contro di loro, l’avversario (fisico) entra in gioco gli ultimi dieci km dove ti rendi conto della posizione in classifica e se ne hai la forza cerchi di recuperarne qualcuna.

Delle volte gli altri concorrenti diventano quasi alleati contro sofferenza e fatica, ci alleiamo attraverso un gesto, una parola, una pacca, per farci forza, andare avanti e non mollare.

Perchè in quel momento parliamo tutti la stessa lingua, ogni barriera linguistica o sociale è abbattuta, questo è uno dei più grandi valori dello Sport

Ma i veri avversari restano “tempo e distanza”

Bisogna avere l’umiltà soprattutto nelle prime ore di gara di fregarsene se subisci dieci o venti sorpassi, te ne devi fregare se gli altri sembrano andare come le schegge, te ne devi fregare di tutto tranne che di te stesso, di come stai e della tattica che hai scelto di attuare.

Perchè per me l’ultra devi saperla gestire e studiare a tavolino

Devi leggere e rileggere l’altimetria, capire dove correre e dove attendere, dove tirare e dove giocare in difesa.

Io ho sempre fatto cosi

Molto spesso ho visto gente che mi superava nei primi venti km distesa sui lettini dei check point o peggio ancora collassata ai bordi di qualche sentiero.
Il mio pensiero interno è sempre lo stesso : ”Minchia che coglione”

Purtroppo non tutti sanno gestire una gara e non tutti sono umili nel farlo.
Troppo spesso ci sentiamo super eroi, è capitato anche a me

Durante la gara per la testa ti passa veramente di tutto, io vado avanti a “piccoli traguardi”, come se ogni vetta, ogni check point, ogni ristoro, ogni tot di km, rappresentassero continuamente “fine e inzio” di diverse gare.

Ho bisogno a livello mentale di dividere 90km in tanti piccoli segmenti, in tante piccole gare.

Altrimenti psicologicamente non riuscirei a finirla, ne sono sicuro, mi sono psicoanalizzato diverse volte.

Potrebbe anche sembrare il discorso di un pazzo, ma in fondo siamo pazzi no?

Mi costruisco tanti piccoli schemi per ogni segmento di gara, per esempio so cosa mangiare al 45esimo km, al ristoro mangio : “cereali, prosciutto, biscotti”, bevo :“acqua e coca”, poi uscito dal ristoro mi divoro “questa barretta, piuttosto che quell’altra”.

Cosi facendo convinco il mio cervello che sto facendo la cosa giusta, che ci crediate o no ritrovo forze e energie in un battibaleno.

Ricordo che l’anno scorso arrivai a 5km dalla fine (tutti in discesa) senza neanche avere la forza di camminare, ma dopo una veloce barretta chiusi l’ultimo km a 4′.

Per cui siamo sempre là, la testa comanda tutto
Per questo dedico tanto tempo ad allenare anche lei, la mai più fedele alleata.

Un altro fattore importante (almeno per quanto mi riguarda) sono le interazioni al telefono durante la gara (nelle ultra distanze è obbligatorio avere dietro il telefono cellulare acceso)

Decido io quando e con chi parlare, scelgo solo quelle persone che mi trasmettono positività, non rispondo a tutti solo perchè mi stanno chiamando. (poi alla fine ovviamente avverto chiunque ha avuto un pensiero per me che sono vivo e vegeto 🙂 ).

E’ molto importante recepire “messaggi positivi” in situazioni di stress fisico e mentale di questo genere.

L’abbigliamento elemento fondamentale in quanto fonte di comodità e sicurezza è un altro fattore determinante.

Scarpe, calze, maglie, guanti, cappello, camel back, manicotti, pantaloncini, orologi etc etc.. vengono scelti accuratamente già settimane prima e rimangono in bella vista nella mia stanza pronti a ricordarmi ogni giorno del mio impegno, che quel giorno loro mi sosterranno dal primo all’ultimo km, soffriremo e gioiremo insieme.

Sono la mia seconda pelle.

Capisco che molte di queste cose potrebbero sembrarvi follia pura, ma vi garantisco che se un giorno dovreste mai decidere di partecipare ad un ultra distanza, tutti questi concetti cosi stranamente folli vi torneranno del tutto familiari ;).

Come sempre passo da un discorso a un altro, ma quando si parla di argomenti del genere è difficile essere lineari, questo pezzo è un po’ come un trail, un sali e scendi continuo in totale assenza di linearità, forse è un po’ la fotografia di chi ha questo stile di vita, per niente lineare ma sempre emozionante è cosi fortemente travolgente.

A “Noi” piace vivere cosi, non ci piace fare un “medio” su strada schiavi di un orologio, come non ci piace vivere una vita schiavi di stereotipi da salotto.

Io vi dico solo una cosa :

“Sono felice di come sono.
Nel bene e nel male, sono felice di me”

KEEP
T
R
A
I
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