UNA PASSEGGIATA LUNGA 64KM….

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Come sempre, quando l’Etna chiama, Francesco risponde presente.
La 64km è stata la mia terza apparizione sulla “montagna” nel giro di 60 giorni

Il fascino e il richiamo dell’Etna sono qualcosa da cui non si può scappare.
Ho corso gare più lunghe e più tecniche nel corso degli ultimi anni, ma ciò che ti fa vivere l’Etna durante quei 64km e ciò che ti lascia dentro una volta tagliato il traguardo è qualcosa di unico, quasi “mistico”, se ripenso a quello che ho vissuto tra quota 2900 e 3100mt

La gara inizia già di Venerdi, quando in macchina direzione Linguaglossa si scorge “la Montagna” in tutta la sua maestosità, in quel momento dentro me stesso dico, :”Minchia domani mi toccherà arrivare di nuovo li sopra, dove il vulcano sembra baciare il cielo”

Arrivati al ritiro pettorali i soliti scambi di battute e la solita pre tattica fanno da cornice ad un evento che sa di Internazionale, perchè tra i volti noti del circuito Siciliano si distinguono i forti Atleti del Nord e le numerose rappresentanze estere

Saliamo al Citelli, ci sistemiamo e dopo la cena arriva il momento di iniziare a trovare la concentrazione per la gara, c’e’ chi riesce a prendere sonno immediatamente, c’e’ chi come me non dorme mai.
Per riuscire a concentrarsi bisogna essere bravi a mettere da parte tutta quella che è la quotidianità della vita e pensare solo a come affrontare e vivere la gara.

La sveglia suona alle 4, colazione veloce e via verso la partenza.
La prima bella sorpresa intorno alle 4.45, le ghette si sono già disintegrate (mea culpa, perchè non mi sono preoccupato durante la settimana a prenderne di nuove), inizio freneticamente a cercare del nastro telato e per fortuna riesco a trovarlo.

Non è il massimo ma per un po’ reggerà.

Uno degli aspetti veramente fantastici di questo staff organizzativo gestito impeccabilmente da Carmelo Santoro, è che qualsiasi cosa tu chieda loro si fanno in cento (anche alle 4.30 del mattino) per fartela avere

Per questo io vi dico “GRAZIE, SIETE UNICI RAGAZZI”, dal primo all’ultimo, indistintamente.

Mi chiudo nel silenzio e via si parte puntali alle 5.30

Parto forte perchè voglio prendere terreno (una tattica diversa rispetto allo scorso anno quando partendo “piano” mi sono ritrovato con tante energie nella seconda parte di gara), non so se pagherà ma ho deciso di rischiare.

Mi sembra subito evidente che Catania, l’Ungherese Karlowits ed il Francese Kettle hanno un passo diverso e se cerco di spingere in quel modo non arrivo neanche al 30esimo km

Vedo davanti a me Fusco del team Tecnica è più o meno a debita distanza, lo tengo a tiro.

I primi km sono in compagnia di uno Statunitense a cui cerco di spiegare che la gara parte dopo il 32esimo km e che in queste prima parte è bene gestirsi, ci sono anche due ragazzi del nord che mi aiutano dopo la mia classica caduta delle 6.30 del mattino.

“Tutto a posto?” mi chiedono..
“Certo ora mi sono svegliato finalmente!”
In un sentiero stretto stretto vedo venirmi incontro una panda bianca.. è Carmelo, con cui facciamo un selfie volante 🙂

Nella salita che mi porta al Citelli km 22 scambio quattro parole con un simpatico Gallese a cui cerco di spiegare cosa lo aspetterà nelle ore e nei km successivi, lui mi guarda un po’ perplesso ma sta di fatto che non lo rivedrò mai più fino al dopo gara.

Al rifugio ci sono i ragazzi della Panormus e di Etnatrail che come si dice “ti fanno prio”, in una gara del genere è molto importante, quando arrivi al Citelli sai perfettamente che le prossime forme di vita che incontrerai sono quelle di Piano Provenzana al km 32 dopo che hai dovuto scalare per la prima volta il vulcano costeggiando la valle del Bove fino ad arrivare a quota circa 2800.
Il tempo c’e’ …

Durante l’ascesa di Serracozzo vengo superato da Olmo, un “mostro”, mani dietro la schiena, passo “tranquillo” .. ma impossibile stargli dietro.
Ogni mio passo una fatica, ogni suo passo la leggerezza.

Va via, lo rivedrò più tardi alla S.T.A.R., due o tre curve sopra di noi ma sempre impossibile da raggiungere (posso anche dire :”se tiravo magari lo prendevo”, ma nello sport con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte)

Devo essere sincero, ho tirato abbastanza i primi 30km e quando sento i passi di Giuseppe dietro me sono tra il sollevato (perchè non sarò più solo) ed il preoccupato (perchè se tira adesso se ne va)

Iniziamo a correre insieme, mi tira e “respirando” in quell’oretta, prima di arrivare a Piana Provenzana recupero tutte le energie fisiche e mentali per la seconda parte di gara.

Al ristoro mangiamo e ci riforniamo d’acqua, non c’e’ molto casino perchè la 24 è già partita e tutti si sono dileguati qua e la per il percorso.

La seconda parte di gara è strana molto strana per due come noi.

Solitamente ci battagliamo come i matti e invece questa volta “passeggiamo tranquillamente”

Ci dicono che Fusco del team Tecnica è moribondo non troppo lontano da noi, corriamo con leggerezza la zona del sottobosco e tiriamo nella salita che ci porta al Monte Nero.

Se non è troppo distante, con calma riusciremo a prenderlo.

La pietraia è una dura prova per piedi e articolazioni, non ci si mette niente a cadere e tagliarsi nello stesso modo in cui non ci vuole niente a prendere una bella storta.

Iniziamo a incontrare la “coda” della 24, Vito Morello ci offre perfino una red bull 😉

Gli altri ci incoraggiano e ci aiutano mentalmente.

I discorsi che ci siamo fatti resteranno sempre e solo a conoscenza della “Montagna”

Sarà lei a custodirli…

Prima dei crateri che portano al 50esimo km incontriamo i ragazzi della Panormus impegnati nel walk trail, ci prendono in giro simulando gare sui 200mt che noi, sfatti da 50km, perdiamo a mani basse!

Un altra componente importante di gare estreme come questa sono i fotografi.
Loro sono ovunque e ormai conoscendoci da tempo si è instaurata una certa empatia tra noi, elemento fondamentale ogni qualvolta ce li vediamo davanti con la loro bella macchina fotografica al seguito.

Voglio rivolgere un saluto e un pensiero affettuoso per Adriana Ponari, Michele Amato, Maurizio Crispi e Aganteo Volloca.
Grazie ragazzi

C’era anche Roberta Cascino in questa occasione che ogni 2h puntualmente incontravamo nei punti più inimmaginabili

Ai piedi della S.T.A.R becchiamo al ristoro Fusco
E’ “finito” e si vede

Io e Giuseppe ci guardiamo, ci basta un occhiata per ripartire immediatamente e dargli “sportivamente” il colpo di grazia

Durante la salita ci sono Gippetto e Michele che fanno qualche centinaio di metri insieme a noi, Michele mi regala anche parte della sua integrazione e di questo lo ringrazio.

Siamo soli adesso, dietro abbiamo il vuoto e davanti Olmo distante un km e mezzo, c’e’ una salita bestiale e i 3100mt da raggiungere, decidiamo di gestire ancora di più e ci mettiamo tranquilli a scalare la vetta.

L’altimetria sale, le mani e tutto il corpo iniziano a gonfiare, non c’e’ anima viva, al ristoro finalmente appare Carmelo che ci porta una lattina di coca, Carmelo sei il numero UNO!

Gli ultimi 200mt di dislivello sono bestiali, si mette a piovere in mezzo ad una nebbia fitta e la temperatura scende drasticamente.
Ci copriamo perchè fa veramente freddo.

Da una curva vediamo correrci incontro Michele Amato con la sua macchina fotografica che sta scappando dalla bufera.. bufera verso cui noi dobbiamo andare invece in mezzo.

Finalmente vediamo il personale di gara che ci segue nell ultimo strappo in salita e ci indica la strada perchè con quella nebbia non si vede a un metro.

Le ghette completamente distrutte adesso rappresenteranno un problema nella discesa, già lo so e tremo!

Dopo 200mt di dislivello negativo la temperatura sale di nuovo drasticamente, ci spogliamo e ci spariamo un selfie in totale tranquillità, iniziamo la discesa e decidiamo anche di farci un video 😉

Non ho mai corso una gara cosi tranquillo

Sto bene potrei e potremmo tirare come i pazzi ma non c’e’ motivo a quel punto, non ci cambia niente arrivare 5 o 6 minuti prima perchè tanto bene che va saremmo al quarto posto, non sul podio.

Quarto, quinto o sesto non cambia nulla.

Devo dire che inizio a rendermi conto che una 64 non è più un Ultra trail per me ma più semplicemente un trail lungo, non ho dolori muscolari ne eccessiva fatica, l unica cosa terribile dell’Etna sono le pietre e la sabbia, quelle si che ti mettono a dura prova.

L’ultima discesa è un misto tra gioia e dolore
La gioia discendere a velocità sulla cresta del vulcano
Il dolore della sabbia tagliente che entra nelle scarpe e inizia a fare danno

Ma tutto questo mi diverte, mi fa sentire vivo!

Sono passate 8h41m, arriviamo insieme con Giuseppe cosi come, per metà gara, siamo stati insieme, era giusto cosi questa volta.
E’ stata una bella passeggiata, ci siamo divertiti, abbiamo sofferto e gioito insieme, ci siamo preoccupati e ci siamo sostenuti a vicenda.
Abbiamo fatto squadra

Anche questa è andata, un “tour de Force” che mi ha portato dalla Francia alle Madonie, dall’Etna a girare per 6h sul lungomare di Capo d’Orlando e di nuovo sull’Etna .. finalmente è concluso

Adesso dopo due appuntamenti Ecotrail Sicilia tra fine Agosto e i primi di Settembre, il prossimo obiettivo è la 100km a cui manca un mesetto e mezzo 😉

Voglio fare i complimenti alla mia carissima, anzi che dico, di più che carissima, Sorella :“LARA”: che ha vinto l’Ultra trail dell’Etna con un tempo strepitoso!
E anche a Luisa che le ha tenuto testa per tutta la gara

Siete grandi ragazze!

Alla prossima
Keep Trail

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Verso Piano Provenzana

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S.T.A.R con Giuseppe e Carmelo verso quota 3100mt

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Selfie quota 3000mt

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L’arrivo

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