UTLO 2014

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Cosa significa UTLO 2014 ?
Cerchero’ di “spiegarvelo, di trasmettervelo” in queste righe. Letteralmente si traduce in “Ultra Trail del Lago D’Orta”, materialmente invece, vuol dire, 94km con un dislivello positivo di 6600mt per 14h25m di gara.

Non e’ facile riassumere in poche righe tutto questo, cerchero’ di farlo, anche se certamente vi faro’ perdere qualche minuto in piu’ nella lettura questa volta.

Non sono le gambe la componente necessaria per correre gare del genere, sicuramente bisogna arrivare fisicamente pronti per sostenere un tale sforzo, ma cio’ che secondo me e’ piu’ importante e’ essere pronti alla “sofferenza mentale” che competizioni come questa richiedono. Leggendo queste righe, Atleti come “Luisa Balsamo” e “Pippo Ruggeri”, possono sicuramente comprendere il senso del mio pensiero, perche’ loro hanno affrontato distanze anche piu’ lunghe portandole trionfalmente al termine.

Insieme a me tanti (amici/atleti/fuori di testa) hanno preso parte a questa “avventura”, lo splendido gruppo del Marathon Misilmeri capitanato dal Presidentissimo “Enzo La Scala” (ragazzi non ho lo spazio per elencarvi tutti perdonatemi) e altre due persone a me molto care, SuperPippo Ruggeri e la mia migliore amica Lara La Pera, una sorella per me.

Prima di iniziare a raccontare “la mia gara” avevo il piacere di ringraziarvi tutti pubblicamente.

Lo start delle 5 del mattino e’ gia’ di per se un “dramma” per uno come me infatti come al solito non sono riuscito a chiudere occhio per l’ansia. Un abbondante colazione alle 3 e via nel buio di Omegna verso start dell’UTLO 2014!

I ricordi e le sensazioni delle prime due ore di gara le posso riassumere in due momenti, la carovana di bacchette e lampade frontali che si addentravano nel buio della montagna e SuperPippo Ruggeri che come un ragazzetto di 20 anni mi superava fresco e sorridente, mentre io inveivo contro me stesso per aver accettato di partecipare a questa “follia”, si perche’ le prime ore non passano mai..

Il primo rifornimento, dopo circa due ore di gara, se non sbaglio intorno al 14esimo km mentre iniziava a far luce accende anche i miei ricordi. Avevo raggiunto da poco SuperPippo dopo aver superato la prima salita impegnativa, fatta di massi e terreno resi viscidi dall’umidita’ della mattina, infatti mi ero gia’ fatto la mia prima bella caduta.

Da li abbiamo corso insieme per una decina di km, fino al secondo rifornimento piu’ o meno al 20esimo km, un rudere in mezzo al nulla dove il gentilissimo personale locale ci offriva te’ caldo e marmellata, indispensabili per andare avanti.

Seconda salita, “Monte Croce”, impossibile da dimenticare, 700mt di dislivello in 3km, una follia, (ma ancora non avevo visto nulla), riesco a scollinare e a scorgere all’orizzonte il Monte Bianco, maestoso alla mia sinistra.

Da qui, circa 24esimo km, fino al 42esimo, (punto vita di Arola) sinceramente ricordo solo due o tre cose, una terribile discesa con massi enormi e totalmente sconnessa dove era vietato perdere solo un istante la concentrazione ond’evitare di finire spiaccicato faccia a terra su una di quelle simpatiche pietre, un rifornimento dove ho divorato 3/4 di crostata e rifornito il mio zaino e una discesa infinita fino a questo benedetto punto vita di Arola.

Erano circa l’una quando vi sono arrivato, da qui inizia l’avventura in tutti i sensi.
Mangio sempre un casino (si perche’ se non mangi non puoi andare avanti, lo sforzo fisico e’ davvero importante se vai li a “a fare gara”, e devi sostenere il tuo corpo in tutti i modi), di nuovo pieno di “carburante allo zaino” e via si riparte.

Riassumiamo, 42esimo km, 6h circa di gara.

“Monte Briasco”, ti ho odiato tanto, ti odio ancora tanto, ti odiero’ ancora per tanto. Non sono pazzo, ma quesa salita e’ stata tremenda, sia fisicamente che psicologicamente soprattutto, perche’ prima di arrivare in vetta ho dovuto affrontare ben 6 “scollinamenti”, normalmente ogni trail runner sa che lo scollinamento corrisponde piu’ o meno alla vetta… si ma non su questo maledetto Monte! Dopo sei interminabili “vettine”, si arriva alla “vetta”, il mio livello di odio verso gli organizzatori aveva toccato il picco, il mio odio verso tutti quelli che mi avevano portato li (verso di me per primo ovviamente) era al massimo.

Va bene solo 45esimo, andiamo avanti, scendiamo fino al 55esimo, non pensate che la discesa sia facile, per certi versi e’ peggio della salita quando le gambe iniziano a vacillare.

Fate conto che qui, i km della gara, iniziavano a non corrispondere piu’, (alla fine abbiamo avuto conferma che la gara piuttosto che 88km come da programma era stata invece di 94km, infatti gli alluvioni avevano costretto gli organizzatori a modificare alcuni tratti del percorso allungandolo di 6km… “roba da niente… eggia’ “

Nei successivi 20km sono successe diverse cose, la prima positiva e’ stato lo splendido ristoro di “Grassona’ 66esimo km, coca cola e cibo salato, un toccasana dopo 10h di gara, la seconda, “terribile’, siamo scesi quasi a quota “0” e ho avuto il terrore di aver sbagliato strada, (credetemi dopo 70km e’ il peggiore degli incubi che ti si possano presentare davanti), la terza, di nuovo positiva, la chiamata del mio amico Antonio Pulizzi, che mi informava della posizione all’ultimo rilevamento e con cui ho scambiato diverse chiacchere mentre correndo mi preparavo all’ultima salita km 76, circa le 4.30 del pomeriggio. (Non e’ una stranezza avere il cellulare dietro in queste competizioni, anzi e’ obbligatorio perche’ corri per diverse ore da solo e se succede qualcosa devi in qualche modo avvisare l’organizzazione per chidere aiuto).

Le ultime 3 ore di gare sono state controverse, la salita di 5km con un dislivello importante di 600mt, me la sono sparata a 2000, sorpassando due concorrenti, il “dramma fisico, fisioliogico” si e’ consumato sull’ultimo altopiano, km 85 piu’ o meno, in prossimita’ dell’ultima discesa.

Non mi era mai successa una cosa del genere, il corpo si e’ spento, le gambe non riuscivano piu’ a compiere il loro movimento naturale, mi sono ritrovato a camminare in discesa, stavo per svenire, li ho capito che mi “ero prosciugato di tutto” dovevo trovare “cibo, una risorsa che mi permettesse di andare avanti”, l ho trovata nell’ultima decisiva barretta, quella bianca alla vaniglia che penso non dimentichero’ mai piu’ nella mia vita!

Si era fatto buio, con la “frontale di nuovo accesa” (del caro Mauro Genovese) quando i km erano gia’ “sforati” (infatti ervamo gia’ al 90esimo) sono arrivato all’ultimo ristoro, marmellata, te’ e via verso l’ultima frazione, in questa discesa mi sono schiantato contro una tubatura, il terreno reso totalmente viscido dall’umidita’, le gambe ormai andate e un ramo d’albero che non mi ha retto, hanno contribuito all’ultimo schianto della giornata contro questa simpatica tubatura verde.

Finalmente ecco il Lago d’Orta (finalmente fino a un certo punto, perche’ la “nostra follia” prima di tagliare il traguardo pensa gia’ alla prossima avventura sportiva, credetemi e’ la verita’). 14h25m, 20esima posizione, come esordio in un Ultra Trail non mi posso certo lamentare.

Ho dimenticato di raccontare un simpatico anedotto prima delle conclusioni, tra la decima e la dodicesima ora, per ben due volte ho avuto la stessa identica “allucinazione”, una ragazza con la pettorina dello staff che faceva capolino dietro una pietra nel nulla dei boschi, ma in entrambi i casi era solo un allucinazione appunto. Puo’ capitare, dopo tante ore di sforzo fisico e mentale, soprattutto, la stessa mente tende ad andare un po’ per i fatti suoi.

Quello che mi porto dentro e’ una splendida avventura, uno splendido ricordo, stare solo con te stesso per 14h25m, affrontare miriadi di situazioni diverse a livello fisico e mentale, saperle interpretare, capire e gestire, mi porto dentro gli odori di quei luoghi e il calore dell’abbraccio di Lara al traguardo. Mi porto dentro tante altre cose che qui non posso riassumere tutte, ma che resteranno dentro di me per sempre, come tutti quei messaggi scritti ogni due ore di gara per rendere partecipe della mia avventura.

Una cosa e’ certa, il prossimo Ultra Trail e’ solo da trovare… perche’ tutto e’ di nuovo pronto nella mia testa.

Sono stato lungo, lo so, ma credetemi che ho raccontato 1/3 di tutto quello che ci sarebbe stato da dire, penso ci vorrebbe un “libricino” per raccontare tutto in ogni dettaglio.

Alla prossima

Francesco
Da giorno 1 Dicembre mi troverete ogni giorno da Per Correre, via Uditore 8/D, vi aspetto 🙂

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3 Risposte a “UTLO 2014”

  1. Caro Francesco dopo tutti i km, le fatiche e le ore che hai trascorse in sua compagnia credo proprio che costringere la “frontale” a ritornare da me sarebbe ingiusto…quindi consideralo un regalo, un modo per ricambiare, in minima misura e con affetto, le grandi emozioni che ci regali con le tue imprese e i tuoi racconti! Alla prossima e grazie per la citazione! 😉

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