UTLO 2015 .. E’ GIA’ FINITA …??

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Ieri mentre in aereo tornavamo verso casa mi chiedevo come riuscire a raccontarvi 15h37m di gara .. una risposta non l’ho trovata, ci proverò lo stesso utilizzando il mio solito “anarchico”metodo, la scrittura di “getto”

Venerdi pomeriggio non appena arrivati nella splendida e accogliente Omegna, sulle sponde del lago d’Orta abbiamo subito iniziato a sentire “puzza di Ultratrail..”, si sente nell’aria quel sapore di grande evento che solo in determinati ambiti di “cultura sportiva” si riesce a respirare.

Si percepisce che per 48h il nostro mondo girerà solo intorno alla gara, quelle duemila gambe presenti al ritiro pettorali non pensano altro che a quello, finita la gara, tagliato il traguardo si tornerà poi alla vita reale.

Magari per chi non pratica questo sport riuscire a cogliere questo “pensiero” non è una cosa cosi semplice, ma le energie mentali che si sprecano durante sforzi di questo genere sono superiori perfino a quelle fisiche, durante il mio racconto ne capirete il perchè.

Se non c’è “testa” non vai da nessuna parte, alla prima mezza difficoltà resti fermo ad aspettare l’arrivo del personale di recupero che ti riporta alla partenza, tutto finisce senza essere mai iniziato.

Questa è la dura, la spietata “selezione naturale” dell’Ultratrail.

Sabato mattina intorno alle 3 del mattino le mie orecchie iniziano a udire la voce di Pippo Ruggeri e Roberto .. “Cesare svegliati stiamo partendo…” , lo stress, l’ansia che riescono a mettere non è normale.
Pippo è già quasi vestito …
Roberto si riscalda nel corridoio

Ve lo giuro non sto scherzando!

Facciamo colazione, la cosa che mi colpisce di più (come ogni volta del resto), vedere Pippo che come i bambini in ricreazione mangia fette biscottate e nutella.

Io a malapena ho gli occhi aperti, Gioacchino apre la finestra per sentire la temperatura,un brivido di gelo mi accarezza le gambe e capisco che oggi sarà durissima per chi come me ha nel freddo il peggior nemico, ma non potevo neanche minimamente immaginare cosa mi avrebbe aspettato almeno fino al 45 esimo km..

Esco di casa coperto come se dovessi scalare l’Everest o il K2, ma contro il freddo non c’è rimedio!

Io amo il caldo, l’afa, più vivo il freddo estremo più amo il caldo, dal freddo non ti puoi riparare ti blocca la respirazione, i muscoli, ti gela e paralizza mani e piedi, se fa caldo ti butti un secchio d’acqua e sei a posto!
Maledetto freddo.

Odiatemi pure ma per me è cosi..

Durante il briefing pre gara gli organizzatori ci avvertono di ulteriori controlli al materiale perchè in vetta a Monte Croce potrebbero verificarsi condizioni di freddo estremo, volevo sprofondare!

Immaginate per chi odia il freddo partire per 90km (un’intera giornata a correre) essendo cosciente e consapevole di andare incontro a temperature polari, pioggia e neve.

Come disse un mio caro amico, “Cesare cadde a Cesarò l’8 Dicembre 2014 sotto una bufera di neve”, ma all’UTLO questa volta vincerà Cesare e non la neve!

Si parte..
I primi 5km sono una parete verticale (una sorta di scala vecchia moltiplicata per 10), io sono uno dei pirla che non utilizza i bastoncini, loro salgono spingendo sulle braccia, io inizio a massacrare le mie gambe.
Ma non puoi “inventarti” i bastoncini in gara se prima non hai imparato a utlizzarli.
Forse è arrivato il momento di imparare..

Sto insieme per qualche km con Roby, poi appena al freddo inizia a sommarsi la pioggia capisco che l’incubo sta x avere inizio.

Intorno alle 6.30 del mattino avviene la mia prima “morte sportiva”, vorrei fermarmi non ne posso più, c’e’ nebbia, buio, freddo e sono gelato.
Le uniche cose che vedo sono i segnali catarifrangenti che la mia frontale illumina.

Guardo il gps non sono neanche a 10km …
Il primo punto buono per ritirarmi o quanto meno fermarmi un po’ è Alpe Camastra intorno al 15 esimo km, ma prima c’e’ da scalare la prima vetta, Monte Mazzucone

Il Mazzucone è una salita piena di massi resi viscidi e pericolosi dalla pioggia, lo scalo a fatica, vado di gambe perchè il mio cervello è gia fermo al ristoro con una coperta a proteggermi dal freddo.

Arrivato in vetta scorgo le montagne davanti a me, c’e’ un solo denominatore comune, il Bianco della neve!

Chiedo ai ragazzi dello staff che effettuano i rilevamenti, quale fosse di quelle “Monte Croce” (la vetta successiva) e mi indicano quello sulla sinistra..
Si, quello “bianco sulla sinistra”, aggiungo “drammaticamente” tra me e me …

La discesa che porta al ristoro dove ho intenzione di fermarmi è dolce, la corro e spengo la frontale perchè inizia ad albeggiare, finalmente posso togliermi questo peso dalla testa.

All’Alpe Camastra ho due incontri che mi cambiano in positivo la gara, sono la svolta della mia giornata.

Mentre cerco del Tè caldo vedo Enzo La Scala (Enzo doveva correre ma a causa di un infortunio non ha potuto prendere parte alla gara), ma è li a morire dal freddo con noi a partire dalle 4.30 del mattino, mi basta vederlo e realizzare questo pensiero per motivarmi e andare avanti.

Gli chiedo gentilmente di prendermi dal camel back una fiala di integratore, lo bevo e dopo una pacca sulla spalla mi giro e riparto.

Penso tra me e me, “Per fortuna che l’ho visto”, non mi ha detto niente di particolare, forse una o due parole, ma vedere un volto familiare in quei momenti ti aiuta più di una flebo di adrenalina.

Per la spedizione Alpina il Team Sicilia ha disegnato delle maglie giallo canarino che ci identificano perfettamente tra i mille colori che zampettano tra i monti..
Avrò fatto non più di cinque passi che ne vedo passare una davanti a me..

Non ci credevo dalla gioia, era Lara
Chi è Lara ?
Chi mi conosce sa chi è per me “Lara”

Faccio uno scatto e dico …”psssss”
Lei si gira, vedo la sua espressione sbalordita come se avesse visto un fantasma.

[L] “Ma tu che ci fai qui..??!!”
[F] “Sono morto mi voglio fermare, sono congelato in crisi totale”
[L] “Ma che cavolo dici, si sta aprendo il cielo appena ci asciughiamo ci riprendiamo, anche io sono congelata”

Il nostro dialogo continua, la frase che più mi resta impressa nella mente è questa..
[L] “Salendo per Monte Croce li prendi tutti”

Penso che se non l’avessi incontrata non so se mentalmente sarei riuscito a reggere quella sofferenza, perchè oltre che i problemi fisici (a cui siamo pronti), il nostro peggior nemico si chiama “testa” (come vi dicevo in precedenza)

Lara ha rappresentato la mia prima resurrezione.

Corriamo insieme fino al 18 esimo km al ristoro di Fornero, siamo a valle

Mangio parecchio, fette biscottate e marmellata, biscotti e una barretta oltre a un bicchiere di te’ caldo che mi alza la temperatura corporea e mentale. Il ristoro successivo sarà al km 36 dopo l’ascesa di Monte Croce, si, Monte Croce una salita tremenda lunga più di 5km con un dislivello infernale e su la cui vetta mi aspetta la neve.

Abbraccio forte Lara e la ringrazio, Lei lo sa, (perchè mi conosce) quanto fossi “finito” quando mi ha visto e sa anche quanto adesso sia rinato, Io non posso vedermi, non ho uno specchio, ma so che Lei ha visto nei miei occhi la mia rinascita (la prima di una lunga serie). Ci diamo appuntamento la sera all’arrivo.

Qui inizia la mia seconda gara.

In questi 5km di salita massacrante aziono il turbo e passo dal 112 esimo posto fino al 60 esimo, in la salita è il mio pezzo forte e pareti come questa mi esaltano se sto bene.

Raggiungo Pippo, ci prendiamo un po in giro e proseguo verso la neve..
Arrivato in vetta è tutto bianco, sotto lo zero, c’e’ questa grande croce in mezzo al nulla, in mezzo al silenzio più totale delle Alpi

Qualche metro più avanti vedo Yulia e Vincenzo, (due delle “menti” di UTLO), oltre che due care persone, riconoscono prima la maglia che me .. “Forza Team Sicilia forza”, io gli rispondo (scherzosamente) che sono dei criminali perchè il giorno prima mi trovavo a 30 gradi in spiaggia..mentre adesso ero sotto lo zero a casa loro.. bella accoglienza 🙂

Dopo aver scollinato, come per magia, vedo sotto di me non più neve ma montagne verdi.. c’e’ sempre un freddo cane ma non c’e’ più neve per fortuna.

Oltre che per il freddo, la neve è fastidiosa perchè scivolosa, per esempio salendo verso monte Croce ogni passo era come farne quattro, perchè tra fango e neve la forza e l’energia che si devono utilizzare sono il triplo rispetto a una normale salita effettuata su terreno asciutto.

E’ luogo comune pensare che correre in discesa sia facile..
Non avete idea di cosa sia il sentiero che ci porta giù da Monte Croce a valle, una pista da di solo fango .. sarò scivolato non so’ quante volte, ma ci si diverte da morire.
Vedi la gente che rotola davanti a te, rotoli tu stesso di conseguenza e senti contemporaneamente le urla di gioia di chi sta rotolando dietro di te.
Siamo come i bambini .. quasi quasi ci fa piacere cadere..

Giunto a valle inizia la salita su monte Novesso, UTLO è l’inferno del Trail con quasi 7000mt di dislivello perchè sali e scendi continuamente.. questo lo rende leggendario.

In questa salita corro come un matto finchè non vedo Roby…
“Compà sono arrivato …”

Come due pirla ci mettiamo a parlare e usciamo fuori percorso, questo ci costa quasi 4km in più e venti minuti persi.. ma chi è causa dei suoi mali non pianga se stesso.

Io in quella rimonta ho dato tantissimo adesso ho bisogno di riprendermi fisicamente e mentalmente.
Per fortuna che non sono più solo, l’unione fa la forza, Io sono un trattore in salita, Lui è una gazzella in discesa.. ho detto tutto

Arriviamo al ristoro del 38 esimo km, manca circa 1 km ancora prima della vetta.
Qui c’e’ da mangiare seriamente, sono trascorse ore dall’ultima volta

Prosciutto, biscotti, formaggio, fette biscottate, marmellata, arachidi, e coca cola.

Mi sento rinascere, fa un freddo boia tanto che lo soffre anche Roberto che solitamente ama queste temperature.

Arriviamo in vetta e ci buttiamo giù verso la base vita di Arola al 45 esimo km

In questa discesa tecnica e difficilissima (la più difficile della gara), tra massi enormi, e fango subisco un infortunio al ginocchio che mi farà buttare sangue per tutta la gara.

Un dolore acuto che accuso solo in scendendo, per 7 km di infinita discesa ho dovuto portarmi dietro questo chiodo conficcato dentro la rotula destra

Qui odiavo Roberto, non ha fatto altro che ripetere “Attaca” per tutto il tempo..
Io gli ripetevo di stare sereno che ancora era solo metà gara e alla fine senza fare i pazzi abbiamo fatto fuori 4, 5 altri avversari davanti a noi.

Arola, base vita, 45 esimo km

C’e’ tanta gente che ti aspetta in una “base vita”, è bello, il calore della gente è importante, sono persone che non hai mai visto nella tua vita e che non rivedrai (forse) mai più, ma in quei momenti sono i tuoi fratelli.

Ma noi siamo il Team Sicilia e abbiamo a seguito il “Presidentissimo” Enzo La Scala (con Consorte al seguito).

Ragazzi sono due Angeli

“Tu” arrivi finito, hai bisogno di andare al banco e cercare il tuo cambio, le tue barrette e tutto il resto, significa impegnare la mente (si perchè la mente è già sotto stress vista la pesantezza della gara), corriamo da quasi 8h .
Hai bisogno di aprire la sacca e cercare .

Noi NO!

Roby “ha” Enzo che gli porge la sua e lo aiuta a cambiarsi, Io “ho” Rita che mi porge la mia e mi aiuta a trovare e prendere ogni cosa, ho le mani gelate con relativi problemi di tatto.

Non vi ringrazierò mai abbastanza per l’aiuto pratico e mentale che ci avete dato.
Tutto con genuinità che è la cosa piu’ bella e importante per chi riesce a coglierla.

Qui un altro pasto caldo e si riparte per la seconda parte di gara, dove succederà di tutto.

Da questo momento in avanti avrò al mio fianco anche la mia personale “Unità di crisi” in collegamento e operativa da Palermo, il gruppo M.A.T. , con Mauro, il Dottore, Pulizzi e Gabriele che mi aggiornano costantemente, Mauro è anche l’unica persona a cui rispondo al telefono.
Non capisco come lui riusciva a capire ciò che io farfugliavo, già che è difficile capirmi in tempo di pace.. pensate un po’ durante una gara di 90km …

Grazie gruppo M.A.T.

Riprendiamo a correre, per qualche chilometro costeggiamo un ruscello, tutto è cosi bello, cosi naturale… ma io so già che la prossima scalata porta il nome di Monte Briasco.
Chi ha corso la 90 sa cosa significa scalare questa terribile montagna!

La prima parte è quasi simpatica.. quando a un certo punto si presenta una parete, un muro di fango da dover scalare!
Roberto con i bastoncini che impreca contro la cattiveria degli organizzatori, Io che mi arrampico come una scimmia strisciando quasi per andare avanti, una, due, tre, quattro, cinque volte, scollini ma non finisce mai!

“Te l’avevo detto compà che questo era un inferno”, forse lui non aveva compreso quanto potesse essere ostile questa vetta!

Dopo circa un’ora in queste condizioni inizia la discesa, penso che abbiamo spese talmente tante energie in questo tratto che di più non potevamo.
Dopo qualche passo tra una pietra e qualche foglia finisco diritto contro un albero, era il minimo visto che non potevo stare più in piedi.
Siamo circa al 50 esimo km, d’ora in avanti saranno morti e resurrezioni continue.

In questa discesa però succede una cosa che mi fa morire dal ridere nonostante avessi a malapena la forza di farlo..

Roby per tutto il tempo mi dice di stare attento alle pozzanghere.. Io gli dico di stare tranquillo che non sono cieco, a un certo punto prende una buca e cade faccia in avanti dentro il fango!
Io stavo morendo dalle risate ma non potevo fermare la corsa altrimenti non sarei più ripartito!

Ma è stato davvero esilarante!

Arriviamo a Boleto, 57km circa, peccato che per fare l’ultimo abbiamo impiegato dieci minuti, Io non so grazie a quale miracolo non sono svenuto, lui stava per vomitare.

Più avanti vai in gara più tutto si amplifica, più ogni passo vale dieci passi.

Non hai fame, hai bisogno, hai necessità di farlo per non finire a terra.

Roby si cambia, io mangio, tutto cibo salato perchè tra barrette e fialette in quel momento non riuscivo a buttar giù nulla di dolce (a parte la coca cola di cui avevo bisogno immediato)

Mangia anche lui è ripartiamo

Dopo un ristoro in genere per circa un’oretta riprendi a correre spedito perchè è come fare benzina a una macchina, finchè ce n’e’ puoi andare..

Scendiamo giù fino al lago.. un’altra crudeltà, quota zero
Quota zero solo un illusione perchè sai benissimo che devi risalire almeno altre tre volte, sono passati 60km e circa 10h di gara…

Una botta psicologica tremenda!
E’ meglio restare in quota ..

Una decina di km altalenanti tra picchi energetici, crisi mistiche, salite, discese, sentieri, panorami.. si iniziano a vedere i primi “cadaveri” che partiti troppo forte cercano con immense difficoltà di trascinarsi in avanti per non restare fermi al palo.

Qui inizia una sorta di guerra psicologica con l’avversario, a meno che non sia a terra in serie difficoltà lo sorpassi con fare spedito (anche se tu non ne hai più a tua volta), ma il vederti correre fresco lo butta giù inesorabilmente

Tra me e me penso sempre … “che polli .. sono 90 km .. si corre con la testa non puoi partire come se dovessi fare una maratona..”

Arriviamo a Grassona km 67.

Qui al ristoro c’e’ Lorenzo, un ragazzo dello staff che conosco.
E’ gentilissimo, mi aiuta a ricaricare il camel back, ,mi porge da mangiare e mi illustra i restanti 20km, i punti più critici e quelli più facili

Ovviamente anche a questo ristoro arrivo dopo l’ennesima crisi, dopo l’ennesimo quasi collasso, per fortuna che c’era Roberto nelle mie stesse identiche condizioni, male che andava collassavamo insieme.

Quello che si prova è qualcosa di inspiegabile perchè è cosi grande la sofferenza che non capisco come io (cosi come tutti quelli come me) non possiamo comunque farne a meno.
A me piace, Io cerco questo.

Portare il corpo all’estremo e riuscire a ottenere il miglior tempo e piazzamento possibile.
E’ una continua sfida, per me lo sport è questo.

Questo mix è una droga di cui non posso fare a meno.
Preferirei schiattare in questo modo che disteso su un divano a guardare la tv..

Perchè in certi momenti, determinati pensieri, vuoi o non vuoi te li fai.

Se devo essere sincero dal 67 al 75 km non ricordo bene quasi nulla, c’era una discesa pietrosa e poi una salita non troppo impegnativa prima di arrivare all’ultimo controllo.

Quando corri per cosi tante ore perdi il senso del tempo, ti stacchi dalla realtà, sei una dimensione tutta tua in cui percepisci solo ciò di cui hai bisogno.
Tutto il resto in quel momento non ha importanza

Ricordo due cose accadute durante l’ultimo ristoro.
La chiamata di Lara che cercava nostra notizie e voleva parlare con Roby, ricordo Roberto che morto di freddo mi ha fatto mangiare a malapena perchè non voleva fermarsi.

Mancavamo 15km, la salita di monte Berru, la discesa finale
Un inferno

Dove l’anno scorso correvo quest’anno strisciavo

La pioggia, il fango, il freddo, la neve, il gelo hanno amplificato tutto, tutto è stato tremendamente più duro per me, tutto.
Dal singolo passo al singolo pensiero.

Ma sono sempre qua, non mollo un centimetro anche se non riesco a stare in piedi.

Sono le 18 di sera più o meno, corriamo da 13 ore passate

Roby dice, “Tu mi porti su, Io ti porto giù”.

Ok, andiamo.

Accendiamo la frontale e si inizia.

Dopo circa 2km Roby piano piano svanisce nel buio, lui soffre le salite quanto io non tollero le discese.
Per questo siamo una coppia perfetta!

Mi ritrovo solo nel buio di una montagna, nel suo silenzio
Non c’e’ nulla, ne sopra di me ne sotto di me.
Vedo solo nero sopra e nero sotto.

E’ qui che metto a fuoco la bravura degli organizzatori nel segnalare il percorso.
La mia frontale illumina i nastri catarifrangenti fino a 500mt, sai sempre dove andare nonostante non si riesca a vedere a 10m da te.

Ragazzi siete stati fenomenali, complimenti davvero.
Segnalare perfettamente 90km di percorso non è per nulla facile, ci vogliono pazienza e bravura da vendere!

Bravi a tutti i ragazzi dell’UTLO!

“Disperso da solo su quella montagna per più di un’ora” è stata un’esperienza (l’ennesima) mistica.
Ti passa di tutto per la testa, ma vai avanti, sempre, sempre.
Devi andare sempre avanti nella vita cosi come in gara.

Chi si ferma è perduto
Per questo dico sempre che lo sport è una grande palestra di vita, chi fa sport ha una marcia in più rispetto a chi non lo pratica, chi fa sport di questo livello mi permetto di aggiungere che ne ha anche 2 in più.

Scollino finalmente sono passate 14h30, mancano circa 10km.
Non mi sembra vero.. vedo delle frontali dietro…
Sono due ragazzi con cui abbiamo fatto a elastico per tutta la gara..

“Ehy Team Sicilia.. come va il ginoccchio?”

Si il ginocchio, ve l’avevo detto..
Ogni discesa è un calvario, destra, sinistra, piega, ritrai, gira…
Ogni movimento una fitta..

Ma ho tirato sempre avanti non ho mollato mai, Io non mollo mai!

Mi accodo e scendiamo spediti, hanno un bel passo in discesa
Io ho scaricato tutti i satellitari e chiedo quanto manca al traguardo.. 7km ..

Sette km possono diventare settanta se non stai bene…

Mentre scendo sento rumore di bacchette dietro di me…

“Cesareeee” , accompagnato da una grossa risata..

“Pensavi che ti facevo andare cosi …”

Era Roberto, risorto come i gatti per l’ennesima volta.
Io lo sapevo che in discesa arrivava .. lo sapevo e basta

Erano anni che cercavamo di fare un’Ultra insieme e finalmente ce la stavamo facendo!

Arriviamo all’ultimo ristoro, km 85, laghetti di Nonio

Ad ogni ristoro non appena leggevano Sicilia, una gran festa

Vuol dire che facciamo simpatia..
Poi mettere due espressioni del “cazzo” come quella mia e di Roberto ed il gioco è fatto.

Mangiamo anche qui perchè eravamo digiuni da piu’ di un ora e mezza e via giù verso il lungo lago..
C’è un’ultima insidia.. “la discesa del tubo verde”

Dire che è sapone è dir poco…
Ovviamente mi stampo puntualmente come l’anno scorso prima contro un albero per poi finire su di lui … verde, grosso e gelato!

Arrivati sul lungo lago inizio a tirare come un pazzo..
“Ciccio basta un infarto”, mi dice Roby..
“Corri corri che stiamo arrivando…”

Media 4.15 dopo 15h30 di gara e 90 km con 7000mt di dislivello .. non male!

Arriviamo che sembrava una maratona e non un Ultratrail…

Ce l’avevamo fatta anche questa volta….

Il colmo di tutto questo è che la sera prima … Io, Lara, Roberto e Pippo avevamo fatto la pre registrazione per la LUT (Lavaredo Ultra Trail 120km – Giugno 2016).

Questo aneddoto serve a farvi capire quanto siamo veramente fuori di testa…

Quando finisco una gara del genere ho bisogno di stare solo e in silenzio per almeno venti minuti.. non voglio pensare, non voglio parlare.
Voglio solo stare in silenzio e da solo

Non lo so perchè ma è cosi, mi fa stare bene

E’ come un reset.. non appena fatto torno come nuovo..

Ciò che ti lascia dentro un’esperienza del genere non so come definirlo, Io vi racconto delle mie emozioni miste alla cronaca della gara, spero di riuscire a trasmettervi almeno in parte le straordinarie sensazioni (positive e negative) che vivo.
E’ qualcosa che auguro a tutti …
Vi permette di scoprire parti di voi stessi che forse neanche immaginate possedere..
Che forse neanche pensiate che esistano..

Invece ci sono, devono solo essere stimolate

Un’Ultratrail prima che un viaggio di 90km sulle nostre gambe è UN VIAGGIO ALL’INTERNO DI NOI STESSI

KEEP
T
R
A
I
L

Alla prossima !

Grazie a tutti
Grazie a chiunque anche con il piccolo gesto anche il più superficialmente insignificante mi ha permesso anche questa volta di arrivare al traguardo

P.S. Cmq non ho corso solo….l’ultima riga, la più importante è questa.

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2 Risposte a “UTLO 2015 .. E’ GIA’ FINITA …??”

  1. racconto/cronaca molto coinvolgente anche per chi, come me, fa fatica ad affrontare un cavalcavia.
    complimenti

  2. Di rado mi imbatto in letture sui blog, non perchè non mi piaccia leggere, piuttosto perchè il più delle volte risultano tediose oltre che mal scritte…Ma tu “Cesare” mi hai divertito!
    Col tuo racconto sei riuscito a rendere appieno le sensazioni e le emozioni fisiche, sensoriali, psicologiche sociali ed ambientali della tua straordinaria avventura dell UTLO, al punto da ingenerare una “benevolissima” invidia (non sai quanto mi piacerebbe avere il coraggio di farlo…sebbene io sia consapevole che è impresa impossibile) ed ho provato, senza mai riuscirci (ovvio), a fare una sorta di raffronto con le mie acerbe esperienze di trail, di modesta entità ma non per questo non emozionanti, entusiasmanti e impegnative prime fra tutte le due competizioni di 24 km sull’Etna. Ma torniamo alla tua magica avventura. Ho letto tutto d’un fiato, a tratti interrotta dalle spassosissime descrizioni di “un” Roby che al primo risveglio si allena in corridoio o che al termine di estenuanti rassicurazioni finisce faccia a terra su una pozzanghera o dell’immagine dipinta come un fumetto di te che ti infrangi su un albero :))
    Mi piace l’attenzione che hai posto ai paesaggi che poi, in fondo, è quello che rende ancora più appagante e piacevole questo tipo di competizione all’aria aperta. L’analisi introspettiva delle sensazioni avvertite nelle parentesi in cui ti ritrovavi solo con l’immensità della natura, quando non c’era altro che buio dietro e davanti o quando il denominatore comune dell’immensità naturalista è il bianco raggelante della neve. (…anch’io amo il nostro buon caro e avvolgente scirocco)
    Ma l’aspetto che più salta agli occhi evidente, che più emoziona, anche a dispetto di quello puramente agonistico competitivo che (per carità :)) primeggia e rispolvera di vivacità e brillantezza il racconto, è quello Umano: è il valore ed il significato che dai al sostegno dell’amica Lara, barlume di giallo fluo “sicilianense”, che riesce a risollevare il tuo spirito cogliendo nel segno con una frasetta del tipo”…tra un po’ arriva il sole e in salita li prendi tutti!” realizzando la prima di quelle che tu chiami resurrezioni 😉 Del generoso sostegno tecnico pratico avuto al ristoro da una coppia siciliana di amici o di quello del tuo gruppo di amici M.A.T. Così come dell’urlo festoso e raggiante che ti sorprende alle spalle, dell’amico Roby, che si era rallentato in salita e raggianti esultate per lo sperato incontro. Oppure dei complimenti profusi ed elargiti agli organizzatori per l’abilità con cui hanno efficacemente disseminato su un percorso di km 90 i nastri catarifrangenti.
    Per dirla in breve….è stato molto gradevole leggere della tua straordinaria esperienza perchè tu scrivi di sport ma anche di emozioni, scrivi di competizione ma anche di divertimento, scrivi di natura ma anche di amicizia, scrivi di sconforto ma anche di coraggio e sostegno, scrivi di fatiche di Ercole ma anche di vittorie e tu hai vinto su tutto! Non mi resta che scriverti: alla prossima!

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